Il tempo negli incontri

Gli incontri “Il corpo in ascolto” hanno una durata di circa un’ora.
Durante quell’ora c’è lo spazio per pratiche fisiche singole o in gruppo, meditazioni “classiche” o meditazioni dinamiche (di solito camminate nella stanza), condivisioni.
Negli incontri alcune pratiche sono diventate la colonna portante, lo scheletro su cui viene poi costruito il tutto: uno spazio introduttivo, seduti in cerchio, in cui si può condividere sensazioni o fatti accaduti durante la settimana; uno spazio per muoversi (o stare fermi) in base al sentire del corpo (e con questa pratica si entra nell’ascolto del corpo); il cerchio in piedi e tenendosi per mano cui si sperimenta la connessione con il corpo (attraverso il contatto con il respiro) o l’unione con le altre persone (scambiandosi uno sguardo o sentendo le sensazioni che ritornano dalla mani); e, infine, alcune pratiche finali, in cerchio seduti per terra, in cui si condividono ciò che si è “sentito” durante l’incontro ed in cui ci si ringrazia.
Queste pratiche, più altre, costituiscono gli incontri che cerco di far durare il tempo giusto.
Una cosa di cui mi sono accorto ultimamente è che sono meno pressato dal tempo, meno pressato dal trascorrere dell’ora.
In passato spesso tenevo d’occhio l’orologio per vedere se i tempi erano giusti o se ero in anticipo (e allora subentrava il panico) o in ritardo (ed allora cercavo di capire quale esercizio eliminare per rispettare i tempi); so che “Il tempo” è un mio problema!
Ora, probabilmente, credo di aver superato questo problema perché i miei occhi sono sulle persone, il mio corpo è nelle pratiche, il mio ascolto è alla musica, senza distrazioni ma impegnato solo ad “ascoltare il corpo”.
Nel cerchio finale, molte volte, è stato condiviso di come l’ora fosse passata in un attimo, senza accorgersene, quasi con dispiacere!
Quei sessanta minuti sono lo spazio in cui deve esserci solo l’”Ascolto del Corpo” ed in cui il tempo è segnato solo dalle pratiche, dagli esercizi, dalle sensazioni, dalle emozioni.